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autore
brano
 
Cicerone
Della divinazione, II, 137
 
originale
 
137 Quem enim tu Marium visum a me putas? Speciem, credo, eius et imaginem, ut Democrito videtur. Unde profectam imaginem? A corporibus enim solidis et a certis figuris vult fluere imagines; quod igitur Mari corpus erat? "Ex eo," inquit, "quod fuerat." Ista igitur me imago Mari in campum Atinatem persequebatur? "Plena sunt imaginum omnia; nulla enim species cogitari potest nisi pulsu imaginum."
 
traduzione
 
137 Quale Mario tu pensi che io abbia visto in sogno? Una sua sembianza, credo, una sua immagine, come ritiene Democrito. Donde sarebbe provenuta codesta immagine? Democrito sostiene che dai corpi solidi e da oggetti ben delimitati si emanano le immagini; a che cosa si era, dunque, ridotto ormai il corpo di Mario? "L'immagine," replicher? un democriteo, "provenne da quello che era stato il corpo di Mario." Era dunque codesta l'immagine di Mario che mi si fece incontro nella pianura di Atina? "Tutto lo spazio ? pieno d'immagini: nessuna percezione ? concepibile senza che qualche immagine colpisca la nostra vista."
 

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